Descrizione
Pizzale è nominato nelle terre del contado pavese nel 1250. Il nome Pizzale, in dialetto "Al Pissà", risulta dalla storia che fin dal XIII secolo una famiglia di feudatari Pizzali o De Pizzalibus possedeva in loco una rocca turrita, la sua presenza è provata dal fatto che Castellino Beccaria, Signore Ghibellino di Voghera nel 1407, temendo di venire attaccato dalle fazioni Guelfe, condotte da Jacopo Dal Verme, ordinò la demolizione di tutti i forti dei dintorni, ivi compreso quello di Pizzale e quello situato nella frazione di Porana, abitato dalla famiglia dei Balduini.
Nel periodo feudale, la dipendenza di Pizzale, comune separato da Voghera, risulta chiara anche dal fatto che il 18 maggio 1377 Galeazzo Visconti obbligò Pizzale a concorrere alle spese di ricostruzione del castello di quella città. Quanto alla rocca del paese è fuor di dubbio che Antonio e Lorenzo Pizzale possedessero all’inizio del secolo XIV “Castrum acturrem loci Pizzalis”.
Le vestigia del castello di Pizzale sono visibili in una vasta corte a breve distanza dalla chiesa parrocchiale. Fra i fabbricati ivi esistenti si notano i presunti resti di una torricciola con coronamento in gronda di mensolette in cotto. Le sottostanti strutture su volte, a botte ed a crociera, inducono a pensare anche per la base quadrata della costruzione, al rivellino dell’antico fortilizio. Sulla parete occidentale dell'edificio si notano alcuni dentelli in cotto, su paramento a vista, ma il particolare è visibile solo dall’attiguo cortile, con entrata al numero 22 della strada per Voghera. Tale corte è delimitata da porticati di aspetto claustrale. Da notare il pozzo tubolare con ampio volano di sollevamento dell’acqua, ubicato sulla controfacciata destra del portale di ingresso, nonché i due fornici murati che l’inquadrano. In una delle abitazioni è visibile uno stemma in legno murato sul ripiano d’una scala di accesso ai vani superiori. Nella scultura cimata dell’aquila imperiale, si notano, nella prima fascia un leone e nella seconda tre stelle allineate. L’ovulo che contiene i simboli è contornato da volute floreali.
Nel periodo feudale, la dipendenza di Pizzale, comune separato da Voghera, risulta chiara anche dal fatto che il 18 maggio 1377 Galeazzo Visconti obbligò Pizzale a concorrere alle spese di ricostruzione del castello di quella città. Quanto alla rocca del paese è fuor di dubbio che Antonio e Lorenzo Pizzale possedessero all’inizio del secolo XIV “Castrum acturrem loci Pizzalis”.
Le vestigia del castello di Pizzale sono visibili in una vasta corte a breve distanza dalla chiesa parrocchiale. Fra i fabbricati ivi esistenti si notano i presunti resti di una torricciola con coronamento in gronda di mensolette in cotto. Le sottostanti strutture su volte, a botte ed a crociera, inducono a pensare anche per la base quadrata della costruzione, al rivellino dell’antico fortilizio. Sulla parete occidentale dell'edificio si notano alcuni dentelli in cotto, su paramento a vista, ma il particolare è visibile solo dall’attiguo cortile, con entrata al numero 22 della strada per Voghera. Tale corte è delimitata da porticati di aspetto claustrale. Da notare il pozzo tubolare con ampio volano di sollevamento dell’acqua, ubicato sulla controfacciata destra del portale di ingresso, nonché i due fornici murati che l’inquadrano. In una delle abitazioni è visibile uno stemma in legno murato sul ripiano d’una scala di accesso ai vani superiori. Nella scultura cimata dell’aquila imperiale, si notano, nella prima fascia un leone e nella seconda tre stelle allineate. L’ovulo che contiene i simboli è contornato da volute floreali.